Gli ex Magazzini Generali: il Nuovo Museo del Mare di Castellammare di Stabia

(di Barbara Esposito)

Nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana è sempre fondamentale riconoscerne i punti strategici, ai quali si affida il ruolo di elementi catalizzatori di trasformazione. La tesi, presentata negli articoli precedenti (link in fondo alla pagina, ndr), ha basato il suo intervento su 3 siti architettonici in stato di degrado (capannoni industriali di Via de Gasperi, Ex Fabbrica Cirio, Ex Magazzini Generali) che, trasformati, potrebbero diventare i poli del cambiamento, della rinascita della città di Castellammare di Stabia. Per l’edificio degli ex Magazzini Generali si è portato avanti l’approfondimento alla scala architettonica.

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Stato Attuale degli Ex Magazzini Generali

L’attuale struttura degli Ex Magazzini Generali versa da anni in stato di abbandono, stagliandosi sull’area del porto, facendo da sfondo a quelle poche attività che si svolgono sulle banchine, come il rimessaggio delle barche, qualche attività di ristorazione e poco altro. Sebbene ai più possa apparire come un edificio privo di qualsiasi fascino, agli occhi dell’architetto appare quasi immediatamente come un tempio “industriale”, in cui i silos possono essere interpretati come colonne poste a sorreggere una trabeazione dalle linee pure e squadrate. Appare custode, perciò, di una solennità che non può andare perduta. Tuttavia, la scelta di approfondire il progetto degli ex Magazzini Generali non si basa esclusivamente sulla sua qualità di manufatto architettonico, bensì anche sulla sua posizione strategica. L’edificio risulta essere in stretta relazione con il porto e con il retrostante centro storico, ed è senza dubbio un edificio che ha un forte impatto sul paesaggio, soprattutto se si arriva dal mare verso questa direzione.

Numerosi sono gli interrogativi, così come le proposte, di cosa fare e come agire su un manufatto di questa portata, dalla struttura complessa e mastodontica. Probabilmente anche per demolirlo e smaltirne le scorie ci sarebbe bisogno di un budget considerevole , allora perché non fare di questa preziosa reliquia del passato industriale un talismano di rilancio verso il futuro? L’operazione progettuale portata avanti punta a restituire alla città un nuovo catalizzatore di trasformazione. Va premesso che la fattibilità di queste soluzioni va verificata e anche dimensionata alla realtà, ma quanto verrà presentato ha lo scopo di mettere sul banco delle soluzioni degli intenti che possano funzionare da punti di partenza.

In fase di progettazione si è pensato ad una funzione che potesse dialogare con chi vive la città e con chi la visita allo stesso tempo, che potesse mantenere vivo il legame con il passato ma appartenere comunque alla contemporaneità. Da qui l’idea di costituire un nuovo polo museale, il Nuovo Museo del Mare, che potrebbe funzionare sia come macchina urbana di socializzazione e di condivisione, che come luogo in cui l’identità della città e il suo legame con il mare vengono messi in primo piano. Un’idea di museo, questa, che nulla ha a che fare con la nozione convenzionale di spazio di esposizione (ossia di contenitore di oggetti da esibire), ma che, al contrario, risponde a dinamiche urbane più complesse con usi e utenti molto diversi tra loro al suo interno.

Tavola di Masterplan - Il Nuovo Museo del Mare e la nuova area del porto
Tavola di Masterplan – Il Nuovo Museo del Mare e la nuova area del porto

Il percorso nel museo inizierebbe nella grande hall vetrata posta al centro dei due edifici, da cui poi partirebbero i percorsi alle funzioni ai piani terra, dove sono situati i successivi collegamenti al resto dello spazio del museo, e al pontile, trasformato in una lunga galleria espositiva proiettata nel mare. Da un lato si troverebbe l’esposizione permanente, ad accesso libero, riguardante la storia dell’edificio e della città, con un grande plastico degli Ex Magazzini Generali posto al centro della sala. Dall’altro, invece, sarebbero situati il bookshop e uno spazio caffetteria. Questa scelta è dettata dalla volontà di rendere questo spazio permeabile e aperto a tutti, come una continuazione dello spazio pubblico esterno. In questo modo il museo non verrebbe usato solo per la sua funzione primaria, funzionerebbe anche come luogo di aggregazione, inserito nella vita di cittadini e non.

Il Nuovo Museo del Mare - Vista dal mare
Il Nuovo Museo del Mare – Vista dal mare

Le sale del museo e quelle multifunzionali, sarebbero costituite da volumi che vanno ad innestarsi a diverse altezze all’interno dei silos, collegati tra loro da passerelle che permetterebbero al visitatore di camminare attraverso una serie di spazi molto particolari. Da una sala espositiva si passerebbe, ad esempio, attraverso un silos, e poi in un’altra sala, magari più alta di quella precedente. Lo scopo è quello di creare un’esperienza di fruizione molto inusuale, portando il visitatore a esplorare spazi di forte impatto per la loro particolarità architettonica.

Il Nuovo Museo del Mare – Vista della terrazza panoramica

Si immagina di poter camminare all’interno dei silos, guardare in alto e vedere il cielo, guardare in basso e vedere la profondità della struttura. La sommità di molti silos, infatti, si concluderebbe come una sorta di “lucernario/seduta” sulla terrazza panoramica all’ultima piano, da qui chi è sopra potrebbe vedere chi cammina nei silos, mentre chi è dentro godrebbe della luce naturale all’interno degli spazi. La nuova conformazione della copertura consisterebbe nel riprendere la forma precedente, ma con un materiale differente: una raffinata struttura di ferro e vetro , così da offrire una visuale a 360° su tutta la città, che ricopre uno spazio pubblico a 22 metri di altezza aperto a tutti.

Le funzioni che questo museo accoglierebbe spaziano da quelle di esposizione, con le sezioni di arte, fotografia e letteratura legate alla realtà mediterranea, a quelle di intrattenimento, con una sala della musica e il grande bar caffetteria al piano terra, passando per la formazione, coi laboratori didattici e le aule per i seminari.

Il Nuovo Museo del Mare, così istituito, contribuisce alla coerenza di progetto nell’area del porto, in relazione con uno spazio pubblico finalmente continuo, senza più limiti visivi né fisici verso il mare, che penetra al piano terra del museo. Si configura come una macchina urbana poliedrica, la quale risponde ad una mancanza di servizi per la città, incarnando un simbolo in cui la comunità tutta possa identificarsi, e possa essere identificata in Italia e nel mondo.

Con questo ultimo articolo si conclude la descrizione di un progetto ambizioso e visionario, sviluppato con passione, tantissimo studio e una immensa necessità di rispondere a delle domande che tutti si pongono ma alle quali nessuno può o vuole dare risposta. Molte delle innumerevoli problematiche individuate sono oggi davanti agli occhi di tutti, e le soluzioni, seppur da verificare nella loro fattibilità, vogliono mettere in evidenza quello che Castellammare di Stabia ha da offrire. Una consapevolezza che dovrebbe prendere piede non solo all’interno del suo territorio di influenza, ma anche in quella realtà più grande che è l’ambito regionale e, perché no, anche nazionale.

Mutare e sradicare i preconcetti, l’indolenza, l’omertà può essere un cammino ostico, ma c’è qualcosa che tutti noi, come generazione del cambiamento, dovremmo tenere bene a mente: in nome delle radici che ci legano a questa terra, della bellezza che custodisce, delle risorse che rimangono inespresse, è quasi un dovere desiderare una Castellammare diversa. Desiderare un’intelligenza delle azioni,la quale, con il sostegno di una volontà condivisa, in maniera quasi naturale può confluire in un pragmatismo illuminato. Desiderare. Basterebbe anche solo questo come inizio, in questa terra in cui i sogni hanno smesso già da tempo di affollare i pensieri.

Il Nuovo Museo del Mare - Vista sul porto
Il Nuovo Museo del Mare – Vista sul porto
Il Nuovo Museo del Mare - Vista dall'interno di un silos
Il Nuovo Museo del Mare – Vista dall’interno di un silos
Il Nuovo Museo del Mare - Pianta del piano per le esposizioni temporanee
Il Nuovo Museo del Mare – Pianta del piano per le esposizioni temporanee

 

Il Nuovo Museo del Mare - Prospetto verso il mare e Sezione
Il Nuovo Museo del Mare – Prospetto verso il mare e Sezione

Sempre su Pensiero Plurimo anche la prima e la seconda parte del progetto di Barbara Esposito.

(Tutte le immagini collegate all’articolo sono protette dalla legge sul diritto d’autore – legge 663/41 – per cui qualsiasi utilizzo, plagio o uso a scopo di lucro sarà perseguibile per legge)

Una risposta a "Gli ex Magazzini Generali: il Nuovo Museo del Mare di Castellammare di Stabia"

  1. Sono di Castellammare di Stabia e sono cresciuta nei magazzini Generali ho 60anni mio nonno è stato il primo dirigente nei silos verso il 1920 Giuseppe Esposito detto “”Peppe e cafuoss ” poi ha continuato mio padre Giovanni Balestrieri figlio adottivo fino al1990

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